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Saggio del tuo nome tradotto in mille


Ho visto la luce nell'atto di nascere

che sono diventato una pietra,

un bastone, una montagna,

Io che ero il frutto della tua bocca,

strappando la verginità del palato

Io che ero i tuoi vestiti 

e la tua scarpa, l'ornamento del

La tua scienza, il brodo della necessità

Coprendo il tuo freddo dalle scogliere 

dalla valle della morte, 

la tua consorte è una falchetta,

che c'è stato un tempo, che, 

ora crudele, un tempo bella e sfuggente

in cui mi sono nobilitato 

L'incoraggiamento al tuo fianco

Ed ero la donna più amata

che dopo ciò, 

Nell'era della perdita di te 

Ho annerito i miei punti di sutura

Dalla nascita mi sono lasciato morire,

Ho spezzato il tratto delle alture,

quando la tua distanza si è imposta,

e ha saputo sbranarmi dentro,

Divenne lungo e freddo, proiettile,

bomba, ecatombe, ferita orribile,

Che non mi sono mai dimesso, 

non mi sono mai piegato

Non mi sono nemmeno 

pentito della tua figura, 

Mi vedo nell'impeto di esaurirmi, 

Alla ricerca del tuo grembo

Io che vengo da lontano e da vicino

Io che sono venuto a voi 

per decreto divino

Provo i miei passi oggi

E solo il mio dolore di non averti

traduce il colore, questo muro 

che non mi permetterà di raggiungerti, 

Tu il frutto maturo

il colore di ciò che nutro, amata bara

dell'aureola divina

della pace che viene dopo la guerra 

che a tempo debito

sarà sigillato,

mi coprirà di terra

Nel colore del tuo nome che è di vita

che è di dolore, di sofferenza, 

di unguento e duro, resiste,

in questa attesa, 

di disperazione, di rottura

Il molo dei miei occhi

nelle tue disuguaglianze,

Io sono stato quello 

che è nato e morto mille volte

pronunciando il tuo nome

Non sapevo come rimanere senza 

quanto ti manco,

Nel desiderio permesso 

ad ogni dio

Sono io che provo da solo 

Per lasciare questa casa

che non è il mio e che, 

Finalmente, capisco

che l'amore è ciò che ci fa vivere, 

E per lui sono morto

Così tante vite, così tante volte

deperire contro la fossa

del tuo fantasma,

In assenza delle tue braccia

Volevo vedere 

La tua Corona del  Re

in ogni mendicante 

Che mi è passato accanto

Non so più chi sono

Mi sono ancora perso, sentinella

mendicante, un'anima vestita

della luce che ti ha visto partire,

Sto alla finestra,

Provare, nell'immagine della retina

Il principio dell'effetto

Cessione

di cosa fossero la morte e la rinascita

e ora, in quel vicolo, 

riccioli per tende

Il cane passa, il vento tossisce

E niente o quasi nulla ti ferma

tranne la mia bocca 

che arrotonda per eccesso

per lasciare andare la memoria, 

il segno della tua presenza, la figura

Conico del tuo nome nella mia bocca

Che tu sei la mia casa, che tu sei

La mia finestra, la mia virtù

i miei parenti, e in questo nulla

Quando sono diventato te

Finalmente mi sbarazzo del mantello

Del dolore che va oltre la punizione

e mi ha prostrato ostaggio di questo amore,

di questa dimensione, di questa nave, porto, 

Nome, Causa Maggiore, Faustino

Lascio andare la falchetta, sollevo l'ancora

Che non sono di qui, vengo dall'amore

Non vedo il mondo, non voglio niente

Questo non è il tuo nome logorato

attraverso la saliva della mia bocca

per fungere da casa. 

Faustino, porto il tuo nome

Sperimenta con la fonetica

Nel suono dell'esperimento dell'amore,

ora, terra, mare agitato,

Destino, stella e gioia

Tu, che cresci lentamente 

nel firmamento


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