Matza di Lourde

 




Questa vecchia signora
Chiamato desiderio

I giorni del latte e del miele
Che ho vissuto con te è scomparso
in una fucina scabra!
Nel tempo contaminato
di altri, 
Sono stato lasciato in tasca
delle vesti lacere
che oggi mi coprono
amara lucidità,
Anti ipocrisia e fiele
Ora sono la spina dorsale
L'opuscolo non fatto
dal vecchio libro,
un quattro di coppe, 
Immagine non molto fedele
una vecchia agenda, 
Testi di poesia mancanti
Nella prosa che eravamo una volta
ancora in modalità ruminazione,
Due tristi personaggi vivono
in un'eterna lotta
In una dualità demenziale
su una spada pronta,
Tra il ricordo dell'amore
e sii compiacente
con l'attuale bugia!
Tu sei l'eterno passato
e tu sei ancora presente,
che, dopo di me,
delle parole logore, 
se si trasformerà in polvere e cenere,
Quello che sento e quello che verso
Da quello che penso,
tirosina
su cui appoggio il mio respiro,
grani della stessa macina
Separati in una sola vita
dove la reciprocità
È vocabolario e testardaggine
solo il mio! solo il mio!
Aggiungi un messaggio di testo 
assenti e altri
di apatia
Mi appoggio alla vecchia mimosa
Chiudo gli occhi al presente!
Mi interessa tutto il resto
se dopo di te,
regnava la follia, la malignità,
la mancanza di gioia, 
e persino il volo degli uccelli e 
di farfalle, 
non raggiunge la libertà
E lo scoppio
di foglie e gatti selvatici
Non lo risolvono
Il desiderio
e nemmeno il desiderio,
E mi rimane l'ansia
per vedere i tuoi occhi,
la bocca, 
Per annusarti
Oh tutti voi
Ogni uomo
di esseri in me sempre giovani

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